1.
Baci soavi e cari
Sebbene oggi Marenzio non sia conosciuto ed eseguito quanto meriterebbe, fu unanimemente acclamato dai suoi contemporanei come il più grande madrigalista del suo tempo. I suoi libri di madrigali conobbero un’enorme popolarità e vennero più volte ristampati in tutta Europa. Dotato di straordinaria versatilità espressiva e capace di una scrittura trasparente e cristallina, ebbe estrema sensibilità verso le più sottili sfumature del testo. La sua opera è da considerarsi come una delle più vivide e mature testimonianze dell’arte madrigalistica.
Il programma propone una scelta di Madrigali a 5 e 6 voci, la cui interpretazione è valsa alla CDM il prestigioso Grammophone Award e ben due Diapason d’or.
2.
Dolorosa gioia
Carlo Gesualdo
Straordinaria bellezza, intensa espressione degli affetti, maestria del contrappunto e degli artifici musicali, desiderio di estendere il più possibile i confini espressivi del madrigale polifonico. I madrigali di Gesualdo sono il vivido e appassionato lascito di una delle personalità musicali più controverse, tormentate e affascinanti.
La CDM si è imposta come interprete di riferimento del repertorio del principe di Venosa, ricevendone importanti riconoscimenti tra cui l’ambìto Diapason d’or de l’année.
3.
Quell’augellin che canta
Claudio Monteverdi
Le immagini ricorrenti di questa antologia di madrigali (tratti dai primi sei libri) sono la natura e le scene pastorali, intrecciate con i consueti temi amorosi. Monteverdi dipinge con delicatezza e intensità impareggiabili il canto di uccelli, il fruscio del vento, la bellezza dei fiori e della natura, esaltando le immagini poetiche evocate dalla maestria retorica di Tasso, Guarini e Petrarca.
4.
Lacrime d’amante – Le vette del madrigale
Claudio Monteverdi
Nei suoi madrigali polifonici, e in particolare nei grandi cicli del Quinto e Sesto libro (Ecco Silvio, Lamento di Arianna e Sestina), Claudio Monteverdi riassume ed eleva ai massimi vertici espressivi un secolo di ricerca sull’unione di musica e poesia.
5.
Di guerra e d’amore
Claudio Monteverdi
Organico: 6 voci, 2 violini, viola da gamba, cembalo, tiorba
Nella seconda parte della sua gloriosa carriera, Monteverdi prosegue con nuovi mezzi espressivi nella ricerca di una musica sempre più “serva dell’orazione”. Il programma propone madrigali concertati con strumenti, tratti dal Quinto, Sesto, Settimo e Ottavo libro, tra cui il celebre Lamento della Ninfa, e l’incomparabile Or che’l ciel e la terra.
I madrigali sono intercalati da sinfonie strumentali di Salomon Rossi, Biagio Marini, Giovanni Battista Buonamente, Francesco Cavalli, Francesco Turini.
6.
Il canzoniere di Petrarca
Autori:
Jacob Arcadelt, Cipriano de Rore, Orlando di Lasso, Luca Marenzio, Giaches de Wert, Giovanni de Macque, Orazio Vecchi, Claudio Monteverdi.
Il madrigale è certamente il genere musicale più rappresentativo del Cinquecento. Ne è testimonianza l’impressionante quantità di madrigali giunta fino a noi, non solo ad opera di maestri italiani ma anche di musicisti di tutta Europa (primi fra tutti i Fiamminghi). Il madrigale ha contribuito alla diffusione della cultura italiana in tutto il continente, poiché la produzione madrigalistica in italiano supera ampiamente quella della musica profana di tutte le altre lingue europee messe insieme. L’opera di Francesco Petrarca è al centro di questo fenomeno, nato proprio dal diffuso interesse per la sua poesia, da cui la musica trasse nuovo impulso espressivo.
I testi del Canzoniere, di gran lunga l’opera più musicata durante tutto il Cinquecento, sono i protagonisti di questo programma: un’antologia di madrigali di autori italiani e “oltremontani” che rappresentano il vertice della musica tardo-rinascimentale.
7.
Orlando Furioso
Autori:
Philippe Verdelot, Cipriano de Rore, Orlando di Lasso, Hoste da Reggio, Vincenzo Ruffo, Giaches de Wert, Giovanni da Palestrina, Andrea Gabieli, Alfonso Ferrabosco, Alessandro Striggio, Benedetto Pallavicino, William Byrd.
Il programma percorre alcune delle vicende dell’Orlando Furioso, il celebre poema epico cavalleresco di Ludovico Ariosto che fin dalla sua prima pubblicazione nel 1516 ha rappresentato una delle opere più riuscite e fortunate di tutta la letteratura italiana. La quantità di musica composta su testi tratti dall’Orlando è enorme, seconda solo alla produzione sui testi di Petrarca: circa 700 composizioni sono giunte a noi, scritte nell’arco di pochi decenni, e quasi tutte sconosciute ai nostri giorni. Ne sono autori tutti i più importanti compositori italiani e fiamminghi dell’epoca. Questo programma, frutto di una meticolosa selezione musicale, offre una panoramica degli stili e delle tendenze espressive che hanno caratterizzato le trasposizioni musicali del poema ariosteo durante il periodo della sua massima popolarità musicale, e in generale dell’evoluzione del madrigale durante il periodo centrale del ‘500.
8.
Gerusalemme liberata
Autori:
Giaches de Wert, Luca Marenzio, Claudio Monteverdi.
Il capolavoro di Torquato Tasso, nonostante il poeta stesso avesse espresso riserve sull’opportunità di mettere in musica le sue ottave epiche, conta numerose versioni musicali soprattutto ad opera dei tre più grandi madrigalisti della fine del ‘500, Giaches de Wert, Luca Marenzio e Claudio Monteverdi.
Fu Wert che per primo sviluppò un nuovo stile di madrigale drammatico, i cui altissimi risultati ispirarono il giovane Monteverdi nelle due mirabili composizioni drammatiche del Terzo libro.
Anche Luca Marenzio, all’epoca unanimemente riconosciuto come il miglior compositore di madrigali, compone una trentina di brani sui versi di Tasso, dedicando alla Gerusalemme il brano di esordio del Quarto Libro a 5 voci del 1584.
Furono dunque certamente i madrigali di Wert, Marenzio e Monteverdi che portarono nel 1594 Tasso ad ammettere «possono i poemi eroici esser con quella sorte di musica ch’è perfettissima».
9.
Il pastor fido
Autori:
Giaches de Wert, Luca Marenzio, Claudio Monteverdi, Sigismondo d’India, Heinrich Schütz.
Il dramma pastorale di Giovan Battista Guarini (pubblicato nel 1590) ebbe grandissima fortuna e fu feconda fonte di ispirazione per molti dei più importanti compositori di madrigali dell’epoca. Le tormentate vicende amorose di Silvio e Dorinda, Mirtillo e Amarilli, danno spunto per l’esplorazione di affetti contrastanti e talvolta estremi. L’ambientazione arcadica e il sapiente verseggiare del Guarini offrono la forma perfetta per lo stile madrigalistico che ha ormai raggiunto piena maturità.
10.
La città eterna
Il madrigale a Roma
Autori:
Costanzo Festa, Jakob Arcadelt, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio, Giovanni Maria Nanino, Giovanni de Macque.
Roma, grande capitale culturale e quindi anche musicale, ha costituito da sempre una meta molto ambita da tutti gli artisti. Non stupisce pertanto la grande concentrazione di musicisti provenienti dall’intera Europa durante tutto il XVI secolo. Essi erano dediti non solo alla composizione di musica sacra, ma anche al Madrigale. Questo nuovo genere musicale, nato proprio tra Roma e Firenze, conobbe nella capitale uno straordina.
11.
La Serenissima
Il madrigale e Venezia
Autori:
Adrian Willaert, Gioseffo Zarlino, Cipriano de Rore, Andrea e Giovanni Gabrieli, Claudio Monteverdi, Heinrich Schütz
La Repubblica di Venezia, tra medioevo e rinascimento, è stata uno dei più ricchi e potenti poli commerciali d’Europa, in cui si è sviluppato un ambiente culturale molto attivo, particolarmente attraente per i musicisti in cerca di un prestigioso impiego. Con l’avvento della stampa musicale tutti i più importanti stampatori presero sede a Venezia, accrescendone quindi una posizione di preminenza anche in campo musicale. Durante tutto il ‘500 si sono succeduti alle più alte cariche musicali veneziane compositori di grande spicco. Dal fiammingo Adrian Willaert, ai Gabrieli, fino a Claudio Monteverdi, tutti musicisti che dedicarono molta attenzione al madrigale.
12.
Le capitali del madrigale
Firenze – Roma – Venezia – Ferrara – Mantova – Napoli – Palermo
Autori:
Philippe Verdelot, Jacob Arcadelt, Costanzo Festa, Cipriano de Rore, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Andrea e Giovanni Gabrieli, Giaches de Wert, Giovanni de Macque, Luzzasco Luzzaschi, Luca Marenzio, Pomponio Nenna, Carlo Gesualdo, Claudio Monteverdi, Sigismondo d’India.
Un viaggio nel madrigale attraverso i più importanti centri culturali del rinascimento italiano.
13.
Gli “Oltremontani”
I maestri fiamminghi
Autori:
Philippe Verdelot, Jacob Arcadelt, Adrian Willaert, Cipriano de Rore, Orlando di Lasso, Giaches de Wert, Giovanni de Macque.
Dominatori incontrastati dell’arte musicale per più di un secolo, i musicisti franco-fiamminghi sono stati i promotori del madrigale e lungo tutto il ‘500 hanno dato un contributo fondamentale all’evoluzione di questo genere così rappresentativo della cultura musicale italiana. Il programma è un doveroso omaggio all’arte di questi maestri.
14.
L’Europa unita del madrigale
Autori:
Philippe Verdelot, Jacob Arcadelt, Adrian Willaert, Costanzo Festa, Alfonso della Viola, Vincenzo Ruffo, Cipriano de Rore, Orlando di Lasso, Giaches de Wert, Giovanni de Macque, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Andrea Gabrieli, Alessandro Striggio, Luzzasco Luzzaschi, Luca Marenzio, Carlo Gesualdo, Claudio Monteverdi.
Il madrigale è il perfetto esempio di integrazione/dialogo tra diverse discipline e diverse culture essendo il connubio tra la poesia italiana e la polifonia di derivazione fiamminga.
Per tutto il ‘400 e la prima metà del ‘500 i musicisti del nord Europa dell’area franco-fiamminga, i cosiddetti “oltremontani”, dominarono la scena musicale italiana. Essi lasciavano i loro paesi per ricoprire le più importanti cariche nelle cappelle musicali italiane. All’inizio del ‘500 il grande fermento culturale dell’Umanesimo ispira alcuni grandi musicisti (Willaert a Venezia, Verdelot a Firenze, Arcadelt a Roma) a tentare un nuovo “esperimento”: unire la grande poesia italiana, di cui Petrarca è considerato il sommo maestro, alla polifonia di scuola fiamminga. Il risultato è il madrigale. Il successo sarà così grande da conquistare tutta l’Europa. Se in un primo momento i musicisti italiani restano in secondo piano, con l’andare del tempo acquistano padronanza e, verso la fine del ‘500, diventano i dominatori della scena musicale. Si assiste quindi a nuovi “flussi migratori” verso la fine del secolo. Da un lato i musicisti italiani cominciano ad essere richiesti nelle corti e cappelle europee, dall’altro i signori delle corti europee inviano i loro più promettenti giovani musicisti a studiare in Italia.
15.
Around Gesualdo
L’eredità musicale de principe di Venosa
Autori:
Luzzasco Luzzaschi, Pomponio Nenna, Giovanni de Macque, Sigismondo d’India, Giuseppe Palazzotto Tagliavia, Carlo Gesualdo.
La singolare personalità di Carlo Gesualdo, così importante nell’ambiente culturale partenopeo, ispirò un’intera generazione di musicisti, influenzandone notevolmente lo stile e le scelte poetiche. Il programma vuole riportare alla luce un repertorio pressoché dimenticato ma ricchissimo di colori, espressività e calore mediterraneo.
16.
Chiaroscuro
Luce e tenebre nei madrigali di Monteverdi e Gesualdo
Autori:
Claudio Monteverdi, Carlo Gesualdo
Michelangelo Merisi da Caravaggio è universalmente celebrato per la sua capacità, attraverso l’uso drammatico di luce ed oscurità, di rappresentare in maniera prorompente uomini e cose nella loro nuda verità, come mai nessuno era riuscito a fare fino a quel momento. Allo stesso modo due musicisti pressoché suoi contemporanei, Carlo Gesualdo e Claudio Monteverdi hanno cambiato la storia della musica per la loro capacità di esaltare le emozioni suscitate dal testo, con colori intensi e fortissimi contrasti, tramite un uso ardito dell’armonia e del contrappunto. Gesualdo dipinge il vero, profondo dolore dell’uomo moderno, calandosi nell’abisso dell’animo, tormentato da sofferenze senza fine. Monteverdi, con la sua aderenza totale al testo, agli affetti da esprimere, ed anche con la commovente rappresentazione della natura, ci affascina perché parla direttamente alla nostra sensibilità e racconta emozioni in cui ancora oggi ci riconosciamo.
Dopo il passaggio di questi tre grandi artisti, musica e arte non saranno più le stesse, e l’umanità avrà trovato un nuovo modo, sublime e sincero, per esprimere i propri travagli e le proprie emozioni.
17.
Il Pianto della Madonna
Madrigali e Travestimenti spirituali
Autori:
Claudio Monteverdi, Carlo Gesualdo, Luca Marenzio.Il tema del pianto è uno dei capisaldi sia dell’estetica del primo barocco che della propaganda della Controriforma.Il monaco e poeta Angelo Grillo (1557-1629), autore di testi spirituali, nelle prefazioni alle sue rime dichiara l’intenzione di elevare spiritualmente il lettore coinvolgendolo emotivamente, cercando di trarre «quasi a viva forza sospir dal cuore e lagrime dagli occhi». Il testo della sequenza medievale Stabat Mater dolorosa, Maria che piange ai piedi della croce e il desiderio di partecipare ai suoi dolori, risulta dunque sorprendentemente attuale nel clima culturale a cavallo tra il XVI e XVII secolo e stupisce il modesto numero di composizioni di quell’epoca su questo testo. Molto ricca è invece la quantità e qualità dei versi spirituali e delle composizioni musicali su questo argomento, basti pensare alla raccolta delle Lagrime di San Pietro di Luigi Tansillo, musicata da Orlando di Lasso, o alle Lagrime di Maria Vergine e le Lagrime di Gesù Cristo di Torquato Tasso. Dal canto loro i musicisti esaltano l’intensità dei testi utilizzando tutti i loro mezzi espressivi. Non è un caso quindi che nella Selva Morale e Spirituale di Claudio Monteverdi compaia un Pianto della Madonna, «travestimento spirituale» di una delle sue opere più intense e ispirate: il Lamento d’Arianna.
18.
Responsoria – Carlo Gesualdo
(si propongono diverse opzioni: è possibile eseguire una antologia, scegliere una delle tre giornate, oppure l’esecuzione integrale in tre parti intervallate)
La travagliata vicenda umana di Gesualdo e la sua religiosità, accresciuta negli ultimi anni della sua esistenza, sono la fonte di ispirazione del suo ultimo, grandioso e al tempo stesso intimo capolavoro. Gesualdo realizza una sintesi di tutte le abilità acquisite nel madrigale e nella polifonia sacra, per dare vita ad una rappresentazione di stupefacente intensità della passione, dimostrando una profonda partecipazione emotiva alle sofferenze di Cristo fino all’immedesimazione.
L’interpretazione della CDM è stata acclamata dalla critica internazionale e le ha valso prestigiosi riconoscimenti.
19.
Tristis est anima mea
Il tema della passione nella musica di Gesualdo e Monteverdi
Autori:
Claudio Monteverdi, Carlo Gesualdo.
Il programma accosta e mette a confronto composizioni sul tema della passione di Gesualdo e Monteverdi create in contesti e con finalità molto diverse.
I Responsoria di Gesualdo, probabilmente composti per uso privato costituiscono una grandiosa e toccante meditazione musicale sul tema della passione.
I brani di Monteverdi sono invece “travestimenti spirituali”, adattamenti di opere profane, ad opera del poeta Aquilino Coppini. In queste rielaborazioni il tema della passione è ricorrente così come nel Pianto della Madonna, abilissima trasformazione sacra del Lamento di Arianna. La grandezza della musica di Monteverdi, dotata di una sua intrinseca spiritualità, risplende, adattandosi alla perfezione anche al nuovo contesto sacro.
20.
Vergine bella
Il madrigale spirituale
Autori:
Giovanni Pierluigi da Palestrina, Orlando di Lasso, Luca Marenzio, Giovanni Giacomo Gastoldi, Orazio Vecchi, Claudio Monteverdi.
Il programma presenta una scelta di madrigali spirituali, un filone nato nell’ambiente della Controriforma e che si contraddistingue per la presenza di testi poetici in italiano di carattere religioso. Celebri compositori tra cui Palestrina, Marenzio e Lasso hanno dedicato molta attenzione al madrigale spirituale. Particolare è il caso delle composizioni di Claudio Monteverdi, originariamente nate come madrigali profani in italiano e successivamente adattati ad un testo spirituale in latino.
21.
Vespri veneziani
Autori:
Claudio Monteverdi, Alessandro Grandi, Francesco Cavalli, Giovanni Rovetta, Heinrich Schütz.
(si propongono diverse opzioni: da 6 voci con organo fino a 9 voci, 2 violini, violone, tiorba, organo).
La sontuosità delle celebrazioni liturgiche in San Marco ai tempi di Monteverdi era rinomata e rappresentava motivo di orgoglio per la città di Venezia. Nel programma le composizioni tratte dalle due raccolte sacre più importanti del periodo veneziano di Monteverdi, la Selva Morale e spirituale del 1640 e Messa et Salmi pubblicata postuma nel 1650, si alternano a brani di autori coevi in una sequenza ispirata alla prassi liturgica veneziana.
22.
Vespro della Beata Vergine, 1610 – Claudio Monteverdi
(si propongono diverse opzioni:
1. Versione per voci e BC: 11 voci, organo, violone, arpa
2. Versione con strumenti a parti reali: 11 voci, 11 strumenti
3. Versione con organico allargato: 19 voci, 15 strumenti)
Il celebre capolavoro sacro di Claudio Monteverdi non ha bisogno di presentazioni. La CDM, insieme con La Pifarescha e Cantica Symphonia propongono una versione innovativa, frutto di approfondite ricerche su tactus, proporzioni, diapason e su alcuni aspetti della prassi esecutiva finora trascurati. Una lettura che dà grande rilievo al significato del testo e alla profondità spirituale di questa straordinaria composizione